Federalismo e decetramento nel settore dei beni culturali : maggiore autonomia aziendale nel settore pubblico o nuovo centralismo frammentato delle regioni?
By: SEDDIO, Pasquale.
Material type: ArticlePublisher: Milano : Maggioli Editore, Luglio-Ottobre 2002Azienda Pubblica: teoria e problemi di management 15, 4-5, p. 471-488Abstract: L´articolo descrive come il processo di decentramento in atto, partito con la legge 142 del 1990 sull´ordinamento delle autonomie locali e recepito dalla Constituzione con la modifica della seconda parte del Titolo V, impone anche al settore culturale una ridistribuzione di funzioni e competenze dall´amministrazione pubblica centra a quella regionale, oltre ad un ripensamento complessivo del ruolo dei diversi livelli di governo (regioni, città metropolitane, province, comuni) e una revisione radicale del sistema di relazioni tra tutti i soggetti in gioco. Partendo quindi dalla considerazione che all´interno di questo nuovo e mutevole scenario le regioni assumano, indibbiamente, un ruovo importante e centrale, l´articolo si propone fondamentalmente in duplice obiettivo: interrogarsi su come le regioni intenderanno gestire le funzioni che le sono state trasferite dallo Stato (il nuova art. 117 della Constituzione prevede infatt il decentramento alle regioni della "valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la promozione e organizzazione di attività culturali"); e indurre un momento di riflessione sugli aspetti più critici e innovati, oggi riscontrabili nell´esperienza autonomistica della Regione siciliana che oramai da più di venticinque anni, gestisce con una propria organizzazione regionale il patrimonio culturale e ambientale dell´IsolaL´articolo descrive come il processo di decentramento in atto, partito con la legge 142 del 1990 sull´ordinamento delle autonomie locali e recepito dalla Constituzione con la modifica della seconda parte del Titolo V, impone anche al settore culturale una ridistribuzione di funzioni e competenze dall´amministrazione pubblica centra a quella regionale, oltre ad un ripensamento complessivo del ruolo dei diversi livelli di governo (regioni, città metropolitane, province, comuni) e una revisione radicale del sistema di relazioni tra tutti i soggetti in gioco. Partendo quindi dalla considerazione che all´interno di questo nuovo e mutevole scenario le regioni assumano, indibbiamente, un ruovo importante e centrale, l´articolo si propone fondamentalmente in duplice obiettivo: interrogarsi su come le regioni intenderanno gestire le funzioni che le sono state trasferite dallo Stato (il nuova art. 117 della Constituzione prevede infatt il decentramento alle regioni della "valorizzazione dei beni culturali e ambientali e la promozione e organizzazione di attività culturali"); e indurre un momento di riflessione sugli aspetti più critici e innovati, oggi riscontrabili nell´esperienza autonomistica della Regione siciliana che oramai da più di venticinque anni, gestisce con una propria organizzazione regionale il patrimonio culturale e ambientale dell´Isola
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